giovedì 27 novembre 2014

Signor anonimo, le scrivo

[...] sei un pagliaccio! Un premio alla vergogna ti toccherebbe! Sei un falso...Pagliaccio!!! Ingannando chi spende il proprio tempo nel darti credito....una persona con un pò di dignità anziché insabbiare il tutto come hai fatto tu avrebbe chiuso il blog! E scommetto anche che sei uno di quelli che pensa che l'Italia è un paese che non funziona per colpa degli altri... e tu povero "artista" non sei altro che una vittima incompresa di questo squallido sistema!

Manzoni apre i Promessi Sposi, fruendo dell'espediente dell'anonimo, l’immaginario scrittore seicentesco da cui simula di ricavare il racconto di Renzo e Lucia: il nostro Alessandro finge di trascrivere la prima pagina di un manoscritto seicentesco di cui l’anonimo autore anticipa alcuni elementi del racconto, mettendo in mostra la sua abilità stilistica, infarcendo la pagina di riferimenti classici, metafore e concettini, similitudini. L’anonimo con la sua sottomissione utile al solo romanziere e con le sue lungaggini si offre facile bersaglio agli strali ironici del suo ideatore: moralmente di fatto l’anonimo si dimostra servile nella complessa metafora del governo spagnolo come radiosa costellazione e dei governanti tutti come giganti a cento braccia e mille occhi per trafficare nei pubblici emolumenti, ironica vox media tra le più felici dell’introduzione, irrazionale nel ricorso al diavolo come unica causa dei suoi mali presenti. 


Il 26 novembre ho ricevuto una sventagliata di complimenti da parte di un non meglio identificato lettore del blog, un tale "anonimo" che preferisce nascondere il suo iracondo disappunto dietro il dito con il quale mi ha generosamente scritto, per poi lanciarsi in una parafrasi del male italicus. Sarà... 


Gentile signor anonimo,
non sono nè arrabbiato nè turbato per i commenti postati. 
Ho aperto recentemente questo mio personalissimo blog, come sequel ad altri due precedenti blog, dando loro il senso di un diario di viaggio piuttosto che mera esposizione della mia sicuramente giudicabile idea di comunicare o di elargire il mio pensiero: le mie sono idee personali e/od artefatte ma pur sempre personali e queste, prima ancora di puntarmi contro il dito, come in questo caso possono essere utilizzate non per difendermi od altrettanto nascondermi dietro un "anonimo" bensì per ribadire il senso logico/tecnologico/letterario di questo mio lavoro. Come vede, signor anonimo, non mi addolora la tanta sua veemenza nè mi affannerò a scovare la sua identità, perchè non mi interessa conoscere il suo volto, fin troppo io preso da ben altre stimolanti mansioni. 
Per me, signor anonimo, parlano i numeri e non farò nè menzione del bacino d'utenza giornaliero di visite al blog nè delle collaborazioni cospicue con altrettanti siti web e d'informazione, premi letterari e ristampe dei miei libri: si figuri, non le conto io e sono certo che altrettanto non interessino a lei. 
I suoi commenti, mi perdoni la guasconeria, passano inosservati ma un post solo per lei, signor anonimo, ho desiderio di dedicarlo non per irriderla, pareggiando il suo livello di galanteria, nè per cantare le mie glorie o i miei turbamenti: ho imparato infatti, signor anonimo, che, quando punto l'indice contro un altro, ci sono altre tre dita che puntano verso me stesso e bado bene prima di continuare ad invocare vergogna, falsità e dignità. Non sarò un fulgido esempio di fede, di onestà e di dedizione letteraria ma al circo non vado ormai da oltre vent'anni e i pagliacci, lo ammetto, mi fanno davvero tristezza: l'arte circense del far ridere lei e il mio pubblico ancora devo temperarla, se mai finora fosse mai venuta fuori. Se avessi mai ferito la sua scrupolosa sensibilità, mi spiace, non è mai stato mai mio concepimento nei confronti degli altri, figurarsi degli amanti famelici della critica che nella sua occasione non è stata costruttiva, anche se di costruire qualcosa su un terreno tanto paludoso nemmeno m'interessa. 
Non passerò all'azione con la solita minaccia di certi blogger sulla diffamazione a mezzo stampa: già minacciare querele è per me sinonimo di altrettanta decadenza morale, spiattellando nelle aule della giustizia questa magra vicenducola da Azzeccagarbugli. Detto tra noi, signor anonimo, ne so io di giurisprudenza quanto lei nell'uso dei puntini sospensivi ed in confidenza la giustizia per certe vicende è sì severa ma blanda. Pagliaccio e falso in sintesi spicciola e rapida m'entra e mi esce da un orecchio all'altro, sarà perchè non sono abituato a ricevere certi attributi dato che, non so per lei signor anonimo, per me è la prima volta e quindi mi lascia totalmente indifferente. 
Voglio pubblicamente scusarmi con lei, signor anonimo, per l'involontario ritardo nel risponderla e desidero assicurarle che continuerò tranquillamente ad esercitare il mio libero democratico diritto di pensare, di scrivere, di editare, di scopiazzare a mio piacimento, di cancellare post, commenti e commentucci, dimostrandole come molti fruitori della rete internet, me compreso le sia chiaro, evidenziano di non sapere degnamente esercitare il proprio ruolo. 
Lei, signor anonimo, ho notato che manifesta molto affetto ed attaccamento verso questo nostro Paese ed altrettanto vivo interesse ad un non civile confronto: poco male, dato che ognuno liberamente dilaga nel suo intercalare fino a scadere o nella noia o nell'indifferenza e scegliere in questo nostro caso tra quest'ultime due ipotesi proprio non saprei. 
Un antico personaggio locale del mio Comune a modo suo cattolico praticante, così pregava: "Signore mio, aiuta i ricchi. I poveri sono abituati a fare i poveri". I suoi commenti non arricchiscono già la mia ricchezza da scrittore e la sua via d'uscita auspicata al mio ciarlare su questo blog esce di scena proprio con la musica inconfondibile dei clown del circo Orfei. 
La ringrazio, signor anonimo, di avermi dedicato ancora, se mai leggerà queste righe a lei dedicate, il suo prezioso tempo che sono certo saprà spendere in altri modi diversi dalla futura lettura di queste mie pagine: una visita in meno è gradita quanto cento di più.
Da povero "artista" mi congedo da lei con un auspicio solo a me rivolto: dipende dalla mia idoneità di non offendere la sua coscienza che contrariamente nemmeno m'interesserebbe. Mi perdoni allora, se non le lascio l'ultima frase ad effetto, perchè cadrebbe tutto il castello di parole per lei, chissà poi a quale titolo, innalzato, signor anonimo.
Se fosse mai stata sua intenzione screditarmi, le darò sin da ora una virtuale pacca sulla spalla: non è riuscito nel suo intento, dato che ci sono altri modi e soprattutto termini per avvalersi di tale facoltà morale ed uno di questi non è certo celarsi dietro tanti commenti senza pena mia e lode sua ed anzi, dopo questo mio post in merito allo spiacevole e già concluso attuale episodio, signor anonimo, ne guadagnerò io in meglio e a lei non resterà che essersi sfinito per nulla.
La lascerò così, nella convinzione di un qualcosa che conosce solo lei e che la rende felice. 

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