lunedì 29 dicembre 2014

Ma vaffan****!


Aaaaah! L'ittagliano! Che lingua sublime! L'unica lingua che ha più parolacce che poesie scritte ed anzi, sono geniali, innovatrici, neologiche e poetiche le combo di bestemmie e blasfemie varie: non siamo mica terra di poeti per caso. Non si può sottovalutare la potenza di un insulto: libera, solleva, svuota, fa sentire pieni ed orgogliosi. Volete mettere un sonoro vaff***** nel tizio che taglia la strada in mezzo al traffico? Noi italiani il vaffa lo abbiamo nel sangue: sono nostri tipici intercalari, i nostri incisi, le nostre chiose. I vaffa li abbiamo nel sangue, perché sono i nostri anticorpi e ci difendono da un mondo pieno di minacce altrimenti insormontabili: sono il nostro antidoto al destino avverso, da quello banale della martellata sul pollice fino a quello più difficile del grande sistema che per vivere ci costringe a sopravvivere. Sono la nostra soluzione ai problemi, conclusione pirotecnica di ogni discussione senza via d’uscita, santo patrono di tutte le cause perse. Lunga vita al vaffanculo!

Nessun commento:

Posta un commento