sabato 3 gennaio 2015

03/01


3 gennaio 2015: al terzo giorno del nuovo anno non resuscitò e rimase orizzontale nel sepolcro. 03/01 preciso contrario di 13: malefico numero, non so mai come esorcizzarlo. Nel giorno in cui tutto inizia chiudo bottega: l'esperimento del blog, dell'antologia infomatico/letteraria ha raggiunto il suo capolinea. Non ho più idee, le stesse che poi mi sono venute tutte d'un tratto in passato. Ho perso le parole, mi sono state portate via. Ho scritto tutto quello che c'era da scrivere e, lo ammetto, dietro a questo blog mi sono creato un personaggio non da poco: dicono che è uno di quei pregi, lo scrivere, che piace alle persone e renderlo pubblico e fruibile le avvicina ancor di più. Ho avvicinato e perchè no, ammaliato più persone ma non è servito: così come ho perso le idee e le parola, alla stessa maniera ho perso l'ennesima persona che le suscitava. Mi ci specchiavo in questo essere che tanto le piaceva e non sono stato accorto alle parole che mi stava portando via e che ha rigirato verso di me. Si vive di ispirazione ed entusiasmo e, quando entrambi vengono stropicciati, allora la pensata di abbassare la serranda è di certo più reale. Ho dedicato tempo a queste pagine come consecutio di altro tempo ben speso: ora ho il tempo ma non più la musa ispiratrice e, pur deviando i pensieri in una sorta di rivalsa, mi risparmio deluse e deludenti pagine successive a questo 3 gennaio. Mentre spengo le luci, sento dentro ognuna di queste parole e le sento più  distanti di Marte, più lontane da quest'anima che è da sempre in lista per l’ennesima illusione, chissà magari possano raggiungerla dove ormai R. è arrivata: lontano. Mi promettere sempre di diventare gomma, perchè possano rimbalzarmi e non scalfirmi persone e brutture ed invece sono fatto di carta bianca: quello che è stato scritto di me, di più intimo è stato quello che non vedrete mai in un "personaggio costruito" ma ciò che vedreste passando per questo mio divano e, vi assicuro,di intimo è stato davvero esposto sia quando ero al settimo cielo che quando giocavo a briscola con satana. Dopo l'ultima illusione ormai s'è capito, mi allontano da quest' "hobby" di scrivere, oggi che ne subisco l'ennesima posso pensare che sul serio le persone, gli avvenimenti, i "ciao, piacere sono R." o "non sono pronta, addio" capitino come fulmini a cielo sereno grevemente: da queste pagine avevo sperato potesse essere diversa l’umanità presa da un’angolazione differente e invece eccola lì in tutta la sua vile realtà in un giorno senza sole dopo una notte senza sonno. Ad un passo dall'uscita rivedo l'insegna di questo blog per l'ultima volta accesa sui miei errori, che non sono stati grammaticali, e cerco dove posso aver sbagliato e di sbagli ne trovo a iosa: mea culpa, grave colpa mia se ho sbagliato ed ora questa chiusura è davvero l'unica soluzione che merito. Queste pagine, questi post, fino all'ultima parola ero certo fossero una chiave per aprire e non piede per sfondare la porta di chi si è avvicinato a me e che è stato motore di questo mio scrivere. Non conoscendo allora aperture diverse da questo mio scrivere, non posso permettermi di scassinare altre porte: non ho altri mezzi, la voglia, il piacere di piazzare pensieri e parlare di me con questo strumento. Sarò più magro nel mio essere e più spicciolo ma sono certo che siano quest'ultimi due aggettivi che più aggradano le persone che sono andate via: sarebbe stato opportuno essere l'esatto contrario di ciò che di me ho qui descritto, perchè non rimanessi ancora deluso. Non mi sento in torto per questa mia decisione ma mi sento sbagliato, non idoneo, come il 18 ad un esame per il quale avevo studiato tanto. Devo accettare che chi va via si porta con sè una parte di me e R. si è portata via troppi pezzi che, se ricomponessi i rimanenti, resterei non più il blogger, non più la cod@ del gatto, non più il personaggio intorno e soprattutto la persona che ero. La mia avventura finisce qui. La cod@ del gatto finisce qui.

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