Le mani si accavallano nervose da sole, cercano di far schioccare le dita e con gli occhi rivolti al pavimento, con molta fatica trascino il mio cuore fuori dalla porta: esco dal tuo gioco a chi più dolore procura. Fanno fatica gli occhi a piangere, perchè lacrime e strazio sono finiti da mesi ormai, deluso e scartato non mi volto indietro, mi rimane ancora una piccola scheggia di dignità. Ho provato con tutta la fanciullezza che vivo dentro a farti sorridere di più, ti ho cercata con tutta la mia insistenza ma hai trovato l’ingiusto momento per dirmi: "me ne vado, avrei dovuto farlo prima". Scopro che non sempre essere se stessi aiuta, ripongo le mie allegrie in questa scatola di ricordi e la chiudo: quel che è rimasto utile di me lo ripongo in una nuova valigia con il giusto peso utile ed un esame passato in più nella vita come se non bastassero quelli già vissuti. Dovrò pur arrendermi ed accettare le parole di chi mi è intorno: "anche il male serve". Alzo la testa e vado incontro a tutte le tempeste che si presenteranno, che io stesso ho scatenato pur di tenerti ancora un giorno al mio fianco: questa volta solo, come del resto solo anche insieme sempre sono stato.
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