mercoledì 10 dicembre 2014

Letterina di Natale

Caro Babbo Natale,
una volta l'anno, per la trentunesima volta ti scrivo.
Parliamoci chiaro io e te: scrivere a uno che non esiste, fa uno strano effetto. Ora, io prego pure la sera prima di dormire ma i regali da bambino li ho ricevuto più da te, Babbo Natale, che dal suo collega nell'alto dei cieli. Non che ci sia qualcosa di male a non esistere: Dio ci ha tirato su una religione con miliardi di fedeli. Ora però veniamo alle cose importanti: i doni impacchettati. Alla mia età non posso certo chiederti il classico trenino, casomai direttamente le Ferrovie dello Stato e, se non l’azienda tutta intera, almeno almeno una poltrona nel consiglio d’amministrazione. Oppure, invece di qualche libro, una casa editrice: con Marina pare abbia funzionato ma lei la letterina la mandava al babbo Silvio e non era nemmeno Natale. Dovrei chiedere cose da adulto, lo so: una donna decente, una casa accogliente, una bella macchina. Aspetta già sto chiedendo troppo e devo ricalibrare il tiro: un capo meno rompic***, la rata del mutuo scontata o l’esenzione dall’IMU, il prezzo della benzina bloccato per almeno un anno. Ma sei Babbo Natale, mica Renzi.
Potrei chiedere la pace nel mondo, ma so già che quella te la chiede Miss Italia, quindi viste i miei peli sul petto non se ne fa nulla oppure chiedere un'Italia più capace, in cui i problemi si affrontano e risolvono, dove i politici fanno il loro dovere e i cittadini altrettanto ma so che mi spediresti un biglietto per un volo internazionale verso il Gabon di sola andata. Potrei chiedere un gatto, ma in realtà bisognerebbe chiedere a lui se vuole un umano. Potrei chiederti un tablet e maggiori diritti per i lavoratori cinesi, per vedere come te la cavi con i paradossi oppure chiedere una rivoluzione, solo per lo sfizio di vedere quanto lontano corrono a nascondersi quelli che la reclamano ogni giorno a gran voce. Potrei chiederti dei bei calzini, che – hai voglia a dire – sono sempre stati e sempre saranno il miglior regalo possibile di mia cugina oppure chiedere che scenda su di noi lo spirito critico ma sarebbe un miracolo, e allora punto e a capo.
No, davvero, è un bel problema. Non so cosa chiederti ma non per non farti spendere poi così tanto che sarà crisi anche in Lapponia con tutta stà solfa dei ghiacciai che si frantumano e ci sfrantumano.
Anzi, aspetta, forse una cosa c’è. Vorrei che mi regalassi – non so se è possibile – un anti-universo. Ti spiego bene altrimenti sai che casino: vorrei che prendessi tutto quello che non esiste e lo facessi esistere e quello che adesso esiste, invece, smettessi di farlo esistere. Una sorta d’inversione d’esistenza, un capovolgimento e questa sì sarebbe una rivoluzione. Te lo chiedo perché, a vedere il mondo com’è, non sono convinto che aver fatto esistere quello che esiste sia stata la scelta migliore. Magari un mondo al contrario funziona meglio. Non si può dire per certo, ma vale la pena provare. Via tutto l’esistente et voilà tutto l’inesistente. Lo so, io svanirei con tutto il resto mentre tu, caro Babbo Natale, sbucheresti finalmente fuori dal nulla e con te un mucchio di cose che nemmeno siamo mai riusciti a immaginare, stupidi esistenti che non siamo altro. Io, se fossi in te, Babbo Natale, non esiterei  ed esisterei. Già la sento la Madonna che mi bestemmia!

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