All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
Aveva un riso o un sorriso di scherno pronto a passare su qualsiasi muro d’innanzi si ponesse. Ed aveva visto l’alba, il sole e la rugiada posarsi sul manto della sua vita , cosi come aveva attraversato la notte cupa e poi fredda. Aveva lavato il viso nell’acqua sporca delle pozze senza ristagno nell’immane cammino della sua quotidiana esistenza. Non aveva mai amato di un amore finito: come un tronco lacero, era scavato dal desiderio di poter diventare tana di incontri ma aveva vissuto l’amore pieno e sofferto. Aveva colto solo il frutto acerbo dell’amore, preferendovi allora reti e rotte di marinai, mani callose e barche sgualcite dallo scirocco. Di traverso alle onde a lui erranti si fermò e scese, attraccando il misero veliero, denudò della lisa camicia il petto di cicatrici e tatuato di nomi di donne amate: si guardò nello specchio d'acqua ristagna davanti ai suoi occhi segnati dal sale, dall’umidita’ e dagli avvezzi della sua storia e trovò lui: il suo lui sconosciuto che lo aspettava con mano tesa e docile, come mai nessuno aveva mai fatto nei suoi riguardi, cercando di accompagnarlo al suo futuro, al mare dei sogni sparsi su onde increspate da attraversare. Si sentì vero ed allora tacque, lasciandosi andare sul fondo del mare.
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